Ieri, in un'ora imprecisata tra le tre e le sei del pomeriggio, ero come al solito a fare presenza al pellicano. Le persone arrivavano una per volta e spesso capita che non gli noti nemmeno la faccia, soprattutto quando c'è molta gente e sei piu' indaffarata che mai. Ad un certo punto arriva una signora con un bambino. Lei aveva una maglietta bianca, dei pantaloni azzurri e i capelli rossi a caschetto e il bambino era piuttosto carino, nonostante fosse quello che era (un bambino, appunto). All'inizio non c'ho fatto piu' di tanto caso, quindi le ho timbrato lo scontrino, ho letto il codice a barre della sua carta club, gli ho detto che avevano tre tentativi e sorridendo ho invitato suo figlio a schiacciare il pulsante. Poi ho guardato bene la signora e solo allora l'ho riconosciuta.
L'avevo vista un lunedì mattina prima di Natale sul treno per Milano, mentre stavo andando a Torino. Avevo preso il treno delle 8.20 e come al solito era pienissimo e quindi ero dovuta rimanere in piedi di fronte alle porte di uscita. Seduta nelle seggioline estraibili del corridoio c'era questa signora che parlava con una sua amica, probabilmente una collega di lavoro. Quella volta aveva i capelli un pò piu' lunghi ma per il resto non era cambiata. Non saprei dire quanti anni avesse, ma presumibilmente un'età imprecisata tra i 30 e i 40 anni.
Quando stai per quaranta minuti su un treno affollato e muori di noia, non puoi fare a meno di ascoltare le conversazioni altrui. Queste due signore davanti a me avevano attirato la mia attenzione, perchè nonostante fossero mamme, mi sembravano tutte e due bellissime (anche se alle otto emmezza del mattino di un triste e freddo lunedì d'inverno diretta a Torino, penso che qualsiasi cosa mi sarebbe sembrata bellissima. Ma questa è un'altra storia).
Lei e la sua amica erano state tutto il tempo a parlare del lavoro, della loro vita familiare e dei loro figli, scambiandosi consigli sui possibili regali da fare loro per Natale.
Quel giorno l'avevo invidiata tantissimo, perchè da quello che avevo ascoltato dalle sue conversazioni, avevo pensato che la sua vita dovesse essere bellissima, serena e piena di gioia, con un marito innamoratissimo di lei e due bambinetti splendidi.
Avrei dato qualsiasi cosa per diventare lei e far andare a Torino qualcun'altro al mio posto.
Mi ha fatto strano ritrovarmela davanti, sapendo che lei non aveva la piu' pallida idea di chi fossi o che l'avessi già vista e che mi ricordassi di lei, mentre io sapevo che per Natale aveva regalato a suo figlio il completo per la scuola di Spiderman, che lavorava in un ufficio a Milano e che quel bambino che con soli tre tentativi aveva vinto un buono acquisto di 10 euro, si chiamava Andrea.