martedì, febbraio 01, 2005




Title:Non Estetica

Lo so. Sara' un post un pochetto lungo, questo. Solo che stasera ho ritrovato per caso tra le mie scartoffie virtuali una cosa che avevo scritto un paio di anni fa. L'ho riletta e mi ha fatto sorridere, e visto che probabilmente credo sia l'unica cosa di narrativa con senso compiuto che io abbia mai scritto, ho deciso di postarla. Ciauz.

Sento, come una mano unta e pesante, la luce dello schermo della tivu' che si ferma sull'intera coltre di adipe che mi abbraccia fin nei punti piu' impensabili del mio corpo, e anche se cerco di nascondere questa visione cosi' odiosamente morbida di me stessa, so gia' in anticipo che nulla potra' salvarmi da cio' che sono agli occhi del mondo.
Ha solo due settimane di vita questa mia nuova magliettina rosa corredata di farfalla centrale e gia' ho come l'impressione che inizi ad andarmi stretta, perche' adesso, proprio in questo momento, sento che un ennesimo rotolino di ciccia sta nascendo, proprio come un bambino dalla pancia della mamma , e sento che spinge cercando di farsi strada in questo corpo di donna troppo grosso per accettarlo come l'unico che ho, e so che prima o poi uscira' fuori in tutto il suo relativo splendore.
Pero' io non sono sempre stata cosi.
Una volta avrei potuto anche definirmi in forma, ma ero ancora troppo bambina per rendermene conto. E poi. Tutto d'un tratto. L'adolescenza. Quella bastardissima adolescenza che divide il mondo in due, da una parte quelli a cui la vita migliora, e dall'altra quelli che cominciano a scivolare piano verso un'inesorabile declino.
Io, naturalmente, mi sono messa in fila dalla parte sbagliata ed e' li' che cominciai la mia trasformazione da essere umano quale ero, a balenottera azzurra fuor d'acqua.
E la cosa peggiore, e' che non c'ho mai fatto l'abitudine.
Me ne accorsi per la prima volta un pomeriggio d'aprile. Avevo visto in vetrina dei pantaloni cosi' belli che dovevo assolutamente avere. Modello hippie anni settanta, compresi di fiori in fondo e cinturina di pelle finta. Avevo dodici anni e il mio gusto per i vestiti era assolutamente osceno. Ma questo ancora non lo sapevo, e allora mi misi in testa che dovevo assolutamente avere quei maledetti pantaloni. Entrai con mia madre e la mia taglia non c'era. Me li provai lo stesso perche' non volevo arrendermi all'evidenza dei miei primi chili di troppo che risultavano molto appariscenti e problematici in una societa' in cui il monopolio della moda camminava su fianchi di modelle anoressiche. La mia prima sconfitta, e le prime frasi inutilmente consolatorie di mia madre che continuava a ripetere ma-no-dai-non-te-la-prendere-vedrai-che-adesso-ne-trovi-degli-altri-piu'-belli. E infatti fu cosi', ma il punto era che fu allora che il buco nero del disprezzo per me stessa comincio' a scavarmi dentro.
Ebbi la conferma del mio continuo aumentare volumetrico in terza media, quando sentii quella frase che mi gelo' il sangue nelle vene.
Marina e' una cicciona.
Avrei voluto che il mio corpo scomparisse all'istante, e nessuno potesse piu' vederlo. E invece rimase li', con la mia testa dentro che piangeva in silenzio e il mio cuore che aveva cominciato a colare autocommiserazione.
A causa di questo mio ingombrante difetto estetico, un po' tutto nella mia vita ne ha risentito, e in modo particolare il lato sentimentale.
Potrei definire le mie esperienze amorose con tre parole: poche, insoddisfacenti e adattatorie. Nel senso che mi sono sempre dovuta accontentare di quello che mi ha passato il grande e generoso convento di cui ci hanno sempre parlato. I soliti sfigati bruttini che trascorrono la meta' della serata a fissarti la scollatura e l'unica cosa che hanno in comune con te e' che non se li prende mai nessuno.
Qualcuno una volta mi disse che nessuno ci accettera' mai per cio' che siamo veramente.
E' un po' triste da dire, lo so, ma sto cominciando a credergli.
Ora sono nel mio letto. Le coperte non fanno fatica a coprirmi tutta, ma forse solo perche' erano in regalo con il materasso dell'elefante.
Guardo il soffitto e pensando che domanie'unaltrogiorno mi sento un po' come quella Rossella bella e magra di quel vecchio film in bianco e nero.
Mi chiedo se anche lei abbia mai avuto problemi di linea, ma in fondo non credo sia cosi' importante visto che Clark Gable, alla fine, l'ha lasciata lo stesso.

Lau! ha scritto cio'| alle 10:04 AM |

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